Tue, 2 November 2021 - By Marco Biagioli and Erica Melargo
Alla ricerca di sé stessi: unicità appagata in viaggio!
Buongiorno spettatori di Britalians TV!
La coltre di nubi ormai è quasi del tutto diradata, sappiamo dove è il sole, sappiamo dove è il nord e siamo alla sua ricerca. La oasi che abbiamo trovato in realtà sembra più ampia di quanto ci era apparsa all’inizio: pur muovendoci verso il nord non ve ne siamo più usciti, il deserto attorno a noi sembra quasi sparito, è tutto un rigoglio di piante, frutti, acqua dissetante! Sembra un sogno!
È un segno che siamo sulla buona strada, il nostro istinto aveva ragione!
Non abbiamo fretta di arrivare al nostro nord, l’importante è essere in viaggio e quanto tempo ci verrà ancora concesso per questo. Abbiamo modo di fare esperienza, conoscere cose, persone, storie e costruire la nostra storia. Un po’ come ci ricorda Costantino Kavafis, uno dei più grandi poeti greci del Novecento nella sua poesia più famosa, Itaca:
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente, e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
(da Costantino Kavafis, Cinquantacinque poesie, a cura di Margherita Dalmàti e Nelo Risi – Einaudi)
Il viaggio di Ulisse diventa metafora di un significato esistenziale.
Kavafis è conscio che ogni uomo, se vuole dare un senso alla sua vita, deve dare ad essa uno scopo. Noi lo abbiamo chiamato sole o nord. Qui c’è Itaca, la meta del viaggio, la metafora del sogno da realizzare. E a questa verità aggiunge un qualcosa: importante non è tanto la meta, quanto il viaggio, la vita!
L’importanza ancora dell’oggi, del vivere pienamente ogni momento, che arricchisce il tuo io. Che è la tua identità, non può cambiare a seconda di chi ti trovi di fronte! Anzi si arricchisce delle esperienze che fai!
Non sarai mica come Vitangelo Moscarda, il protagonista del romanzo Uno, nessuno, centomila di Pirandello!
Adesso che hai trovato il tuo io devi difenderlo dalla relatività che ti potrebbe riportare nel deserto.
Il titolo dell’opera pirandelliana già dice molto sul contenuto. “Uno” rappresenta l’immagine che ognuno ha di sé stesso, “nessuno” è quello che il protagonista sceglie di essere alla fine del romanzo, “centomila” indica le immagini che gli altri hanno di noi.
Pirandello era molto scettico sulla verità, la vedeva disaggregata in tante centomila sotto-verità e forse quindi in nessuna probabilmente in fondo. Non ci credeva, nella sua opera teatrale la mette in dubbio costantemente.
Quello che però forse mancava a Pirandello, e ci sentiamo di sottolineare, era il fatto che in realtà ognuno di sé quando trova sé stesso trova la sua verità, trova ciò che dà senso alla sua vita. E deve fare affidamento e credere in essa, altrimenti sarà sempre in balia di tutto ciò che lo fa sentire nessuno o centomila!
In fondo, chiunque tu sia, che tu parli con chiunque, anche che tu reciti o cerchi di nasconderlo, porti all’altro una immagine che alla fine delinea sempre una qualche idea di te stesso, il tuo io!
Ed è con questo ultimo pensiero che chiudiamo questo ciclo di riflessioni.
Finalmente il cielo è terso, il sole splende in alto nel cielo!
Abbiamo trovato noi stessi, la nostra verità, il nostro nord!
Siamo unici!
Unicità appagate in viaggio!